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Indice
➢Il decadentismo
➢La figura dell’indeciso
➢Alterità e Alienazione
➢La metamorfosi
➢Italo Svevo- Biografia
➢La produzione Sveviana
➢La Coscienza di Zeno
➢La figura di Zeno Cosini
➢Il Difficile Rapporto Padre-Figlio “La Morte Del
Padre”
➢“24 Marzo 1916 (La Malattia Del Mondo)
➢Luigi Pirandello – Il Figlio del Caos
➢Le Ultime Volontà di Luigi Pirandello
➢Tematiche Fondamentali
➢Personaggi Pirandelliani
➢Il Fu Mattia Pascal”
➢La Lanterninosofia”
➢Il Treno ha Fischiato”
➢Approfondimento: Vivere la nostra vita
Il decadentismo
L’inizio del Novecento colse la società europea in
una fase di spensieratezza e talvolta frivolezza,
eloquentemente passata alla storia come Belle
Époque. Questa trova nel positivismo i suoi
fondamenti ideologici: era diffusa la convinzione
che la scienza e l’approccio razionale alla realtà
fossero in grado di trovare spiegazioni e soluzioni
per ogni necessità della società umana così da
condurla, nell’imminente futuro, a uno stato di
massima prosperità. Sul finire dell’Ottocento nella
stessa Parigi che celebrava l’avanzare della
borghesia si diffuse un movimento di intellettuali
che manifestavano il proprio senso di estraneità
rispetto ai valori della società che li circondava.
Le linee fondamentali della loro poetica furono esposte sulla rivista Le Decadent, si sviluppò in tutta
Europa e fu definito decadentismo. Ad accomunare le molteplici correnti è una sostanziale
insoddisfazione nei confronti della scienza e della ragione, considerata in grado di classificare i
fenomeni ma non di spiegarne la ragione profonda.
La figura dell’indeciso
Il Novecento è stato nella cultura occidentale un secolo che ha segnato una forte discontinuità
rispetto al precedente le cui cause si possono ricondurre da un lato alla fine delle certezze dell’epoca
positivistica, dall’altro agli sconvolgimenti sociali e culturali introdotti dagli effetti della seconda
rivoluzione industriale. I temi emblematici della letteratura europea di fine Ottocento inizio
Novecento sono cinque: il primo è il tema della memoria e della coscienza interiore che trasforma
radicalmente l’idea e la percezione del tempo rendendola più incerta e aleatoria, ma anche più ricca
di risonanze e valori. Tra gli autori decisivi in questo senso troviamo il romanziere francese Marcel
Proust (1871-1922), la scrittrice inglese Virginia Woolf (1882-1941) e l’irlandese James Joyce (18821941).
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Il secondo tema è quello dell’alterità e dell’alienazione,
rappresentato in modo esemplare dalla narrativa del
praghese Franz Kafka (1883-1924).
Il terzo tema è quello del caso e del disordine del mondo, al centro
dell’opera dell’austriaco Robert Musil (1880-1942)
Il quarto tema è quello della malattia come
condizione caratteristica non solo dell’artista
creatore e dell’intellettuale, ma anche dell’uomo
moderno e delle sue nevrosi; esso trova espressione
in particolare nell’opera narrativa del tedesco
Thomas Mann (1875-1955).
quinto e ultimo tema è stato individuato in quello “sguardo postumo”, tipicamente novecentesco, che si
rivolge al passato come a epoca lontana, e rilegge la tradizione come frammento ormai più non componibile
e come rovina, quasi si fosse spezzato il filo rosso di una continuità storica; autori esemplari di questa
tendenza sono gli scrittori americani Thomas Stearns Eliot (1888-1965) e Ezra Pound (1885-1972).
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Alterità e alienazione
Uno degli aspetti emblematici della situazione storicosociale di fine Ottocento inizio Novecento è la crisi del
rapporto fra individuo e società, collettività, concomitante
con un senso di smarrimento e di alienazione. L’individuo
non riesce più a creare legami con il Mondo, si sente
estraneo da tutto e da tutti, e ogni qualvolta che prova a
creare questi legami, è destinato sempre a fallire; le sue
azioni infatti non sono sostenute da una sufficiente forza di
volontà, perché egli si sente debole, insicuro e vive una
perenne crisi identitaria. Di conseguenza in molti romanzi la
ricerca di un senso in un mondo che l’individuo non
comprende viene declinata nei termini dell’assurdo e del
surreale. Ne è un esempio “La metamorfosi” di Kafka.
La metamorfosi
“La metamorfosi” è il racconto più noto dello scrittore boemo
Franz Kafka. L'opera fu pubblicata per la prima volta nel 1915
dal suo editore Kurt Wolff a Lipsia.
All'inizio del racconto, il protagonista Gregor Samsa si risveglia
una mattina ritrovandosi trasformato in un enorme insetto. La
causa di tale mutazione non viene mai rivelata. Tutto il seguito
del racconto narra dei tentativi compiuti dal giovane Gregor per
cercar di regolare - per quanto possibile - la propria vita a
questa sua nuova particolarissima condizione mai vista prima,
soprattutto nei riguardi dei genitori e della sorella e con il suo
datore di lavoro.
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Italo Svevo-Biografia
Ettore Schmitz, in arte Italo Svevo, nasce a Trieste nel
1861. Nasce dunque in un ambiente multiculturale e
mitteleuropeo, dato che Trieste, che all’epoca faceva
parte dell’Impero austro-ungarico, era un crocevia di
popoli, lingue e culture. E sicuramente il fatto di essere
nato in un ambiente multiculturale come Trieste,
inciderà in maniera determinante sulla sua attività di
scrittore. Per volontà dei genitori, nel 1873 Ettore si
trasferisce in Germania per frequentare un istituto
commerciale; impara così il tedesco e si avvicina alla
letteratura. Nel 1893, Ettore Schmitz usa come
pseudonimo Italo Svevo, proprio per indicare le sue radici italiche e tedesche. Durante la
sua vita, stringe un forte sodalizio con lo scrittore irlandese James Joyce, che lo
incoraggia più volte a proseguire la sua attività letteraria. Dal 1908 Svevo inizia a leggere
e studiare le opere di Sigmund Freud. Nei confronti della psicanalisi però manterrà
sempre un atteggiamento distaccato e scettico, non attribuendole la capacità di capire
fino in fondo il mistero dell’animo umano e considerandola anzi potenzialmente
dannosa. Muore nel 1928, in seguito a un incidente stradale.
La Produzione Sveviana
La produzione sveviana ruota intorno a personaggi
inetti: deboli, immaturi, antieroici, inadatti alla vita
pratica e sognatori. Queste figure incarnano la
visione che Svevo ha dell’uomo nel contesto
storico, economico e sociale di fine Ottocento; esse
rappresentano infatti la crisi che in questi decenni
investe l’immaginazione tradizionale dell’individuo
e in particolare la figura dell’intellettuale,
mettendone in discussione il ruolo.
Con la loro coscienza tormentata e confusa, i personaggi sveviani esprimono la perdita
d’identità del singolo; e non a caso i protagonisti dei due primi romanzi, Alfonso Nitti ed Emilio
Brentani, sono entrambi intellettuali, che in modo diverso si ritirano dal mondo e rinunciano
ad agire nella realtà.
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