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Alcuni momenti da ricordare
nel 2019 del tennis orobico,
ricco di promesse per il futuro.
Nel frattempo, anche l’Annuario
entra nell’era ‘Next Gen’
lly Belotti e Tatiana Pauzzi,
mpionesse d’Italia di quarta
Con il apatrocinio
di:
tegoria, premiate
Roma
Provincia di Bergamo
L’Annuario
del tennis
bergamasco
2020
COMMUNICATION
STRATEGIES
Per noi la comunicazione e‘ come una partita a scacchi. Ogni mossa puo‘ essere fondamentale e decisiva.
Sbagliarne anche una sola, ti fa perdere la partita. Operiamo nel settore della comunicazione sportiva - e non
solo - portando passione, competenza e precisione nel campo del digital, del web, dei social e nel graphic design
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SOMMARIO
EDITORIALE - 4-5
EVENTI
CIRCOLI, COACH, GIOCATORI
6 - Challenger Bergamo
8 - Itf Bagnatica
10 - Open e seconda cat.
11 - Terza categoria
13 - Quarta categoria
14 - Quarta e Provinciali
16 - Circuito orobico / Qual. Ita.
17 - Rodei giovanili
18 - Campionati invernali
19 - Under e Over a squadre
20 - Tennis e solidarietà
22 - Serie A2 e B
23 - Serie C e D
24 - Tennis Academy Brusaporto
26 - Tennis Project Osio
28 - Tc San Pellegrino Terme
30 - Tennis Altopiano
32 - Albani Tennis Project / Faro
38 - Tc Ranica
39 - Tc Treviglio
40 - Tennis Archa
41 - Tc Romano di Lombardia
42 - Tc Bagnatica
43 - Tc Leffe
44 - Tc Bergamo
45 - Fabiani Tennischool
46 - Tc Curno
47 - Tc Zanica
48 - Us Scanzorosciate
49 - Tc Città dei Mille
50 - Tc Trezzo sull’Adda
51 - Tennistime Urgnano
52 - Poeta Paccati coach
53 - Andrea Falgheri scuola tennis
PAGINE UTILI
54 - Elenco circoli
55 - Classifiche 2020
58 - Calendario 2020
COVER N.14
L
a copertina di quest’anno è anomala, diversa da tutte le altre. Non è un collage di
fotografie, ma uno screenshot della pagina Instagram ‘Tennis Bergamasco’, che insieme all’omonima pagina Facebook e al sito web (www.tennisbg.tv) è diventata l’asse
portante dell’Annuario. ‘Digital first’, dunque, prima il digitale. Ma senza dimenticare la
carta, che resta il supporto su cui portiamo da quasi tre lustri il tennis nelle vostre case.
Il primo candidato a finire sulla cover numero 14 era ovviamente Jannik Sinner. Quel
fenomeno che nel febbraio del 2019 è esploso proprio al Challenger di Bergamo, e che
oggi è sotto i riflettori come nuova stella del Tour. Poi però abbiamo pensato che questo
2019 che ci siamo lasciati alle spalle, per il nostro tennis, è stato un anno straordinario
sotto tanti aspetti. Con tanti protagonisti orobici che meritavano la copertina. Da qui la
decisione, supportata da ciò che il digital consente di fare: condensare in poco spazio
una valanga di emozioni. Si tratta di un altro punto di vista, di un’altra (grande) possibilità. Mantenendo gli approfondimenti che meriteranno uno spazio.
ANNUARIO DEL
TENNIS BERGAMASCO
Numero unico: 1 - 2020. Direzione: Cristian Sonzogni
Testi: Cristian Sonzogni, Marco Caldara, circoli
Fotografie: archivio circoli, Antonio Milesi, San Marco, GAME.
Progetto grafico e impaginazione: Cristian Sonzogni, Marco Caldara
Stampa: Goisis Giampietro & C. S.r.l. - Brescia
Redazione: via Maresana, n. 23 - 24010 - Ponteranica (BG)
e-mail: annuariotennisbg@gmail.com - web: www.tennisbg.tv
Si ringraziano: tutti gli INSERZIONISTI, tutti i CIRCOLI che hanno aderito,
GIANLUIGI TERZI (delegato provinciale della FIT di Bergamo)
3
L’EDITORIALE
LA LUNGA MARCIA
C
hi prova l’esperienza del Cammino di Santiago racconta che sia proprio il cammino la parte fondamentale, più
ancora che l’approdo alla meta. È quel percorso che ti cambia profondamente, e che a un certo punto diventa
esso stesso un motivo sufficiente per essere lì: le persone che si incontrano, i pensieri che passano per la testa, le
emozioni che nascono davanti a un tramonto o al termine di una giornata con troppo sole sopra la tua testa. Maurizio Antonini, giocatore bresciano di Wheelchair tennis, quel percorso lo ha fatto in handbike, in solitudine
e con carrozzina al traino, e ne parla con un entusiasmo che non può lasciare indifferenti: “Il cammino è durissimo,
se lo si fa seriamente. È una prova che ti resta appiccicata all’anima, perché quello che provi mentre ti sposti da un
ostello a un altro, avvicinandoti sempre più a quel traguardo, è inspiegabile. Ogni giorno è un punto di domanda,
ma ogni giorno ti trovi un po’ cambiato, un po’ cresciuto, un po’ più consapevole”. Senza voler essere blasfemi
(ché in fondo verso Santiago si avviano anche i non credenti), il cammino del tennista in formazione è, o dovrebbe
essere, qualcosa di simile. Il traguardo lo si vede, è chiaro nella mente di tutti e si sa benissimo quali sono gli ostacoli
per arrivarci. Ma ciò che conta di più è mettersi alla prova, partire e sentire cosa accade mentre si fanno progressi.
J
annik Sinner quel cammino, rispetto ad altri aspiranti professionisti, lo ha cominciato tardi e senza rispettare le
tappe che vengono scandite dai tornei Under: a volte addirittura 8, poi 10, poi 12, 14, 16 e 18. Lui sciava, e lo faceva
pure piuttosto bene, come nella tradizione della sua val Pusteria e di una famiglia legata molto più alla montagna (i
genitori lavorano in un rifugio) che al mondo del tennis. Ma una volta presa in mano una racchetta si è lasciato travolgere da quella passione nuova e ha bruciato le tappe. Perché è un fenomeno, certamente, ma anche perché ha
una volontà di ferro e delle guide di valore. A Bergamo, nel 2019, Jannik è arrivato come uno dei tanti, è ripartito
con il trofeo e con i gradi di migliore promessa italiana. Uno status che nel corso dell’anno ha poi subìto diversi upgrade, al punto che il ragazzo dai capelli rossi ha giocato (in tabellone) ogni possibile torneo pro: Itf da 15 e 25 mila dollari, Challenger, Atp 250, 500, Masters 1000 e Slam. Un record mica male, una scalata che era francamente impensabile.
Quando lo scorso anno è
giunto a Bergamo, quasi
nessuno lo conosceva.
Oggi, Jannik Sinner è
tra i talenti più ammirati
al mondo se parliamo di
Next Gen. In una stagione, partendo proprio dalla vittoria nel Challenger
del Palasport, è salito da
oltre quota 500 ai top 100
del ranking mondiale
E
bbene, Jannik si sente ancora in cammino, anche se ormai quel traguardo comincia a intravederlo. E dal cammino sta traendo la sua forza, imparando come una spugna da tutto ciò che gli capita, accogliendo le emozioni
come benvenute e non come compagne ingombranti. Dei tanti ragazzi che, a Bergamo e dintorni, stanno provando a imitarlo - seppur a livelli inferiori - ce n’è uno che nel corso del 2019 ha collezionato degli step importanti. Si
chiama Samuel Vincent Ruggeri, è mezzo belga (da parte di madre) e mezzo orobico doc (come il papà, che
è stato pure il suo primo allenatore) ed è uno che magari non corre, ma cammina costantemente con la mente
rivolta all’obiettivo. Samuel ci ha riportato in uno Slam maschile a distanza di una vita da Marcello Bassanelli, ci ha
fatto riprovare sensazioni che avevamo dimenticato. Ha perso al primo turno, ma ha imparato senz’altro qualcosa
e si è rimesso in marcia. Una marcia lunga, lunghissima, se si vuole arrivare lassù, ma che non deve essere preda di
isterismi o di obiettivi troppo legati al risultato. Cioè al traguardo. Sinner potrà arrivare a essere uno dei primi 10
giocatori al mondo, in un futuro nemmeno troppo lontano, ma anche se non ci dovesse riuscire manterrebbe la
serenità di chi ci ha provato nel modo giusto, con una cura costante, quotidiana, dell’uomo e dell’atleta. Vincent
Ruggeri potrebbe arrivare a essere uno dei top 100, un giorno, chissà. Ma anche se non ci dovesse riuscire,
dovrà portare con sè la tranquillità di un percorso in grado di condizionarne (in meglio) la vita. Che sia legata o
meno allo sport, cambia poco.
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Qui sopra, Samuel Vincent Ruggeri si avvia verso gli
spogliatoi di Flushing Meadows dopo aver giocato il suo
match nel tabellone principale degli Us Open under 18.
Solo dodici mesi prima, Lisa Pigato aveva riportato
Bergamo nel Grande Slam, partecipando alle
qualificazioni dello stesso evento newyorchese.
Con Samuel, dunque, facciamo un altro passo avanti
5
TROFEO FAIP-PERREL
PROGETTO DI CAMPIONE
J
annik Sinner, sul campo, non è il ragazzo timido e
tranquillo che appare fuori. Ne ha dato prova durante
la settimana del Challenger di Bergamo, svolta di una
carriera che in sostanza è cominciata proprio in quel
momento. Il 17enne di Sesto Pusteria ha vinto in
terra orobica il primo titolo in carriera, ed è oggi tra
i migliori under 18 al mondo. L’allievo di Riccardo Piatti (che lo allena al Piatti Tennis Center di Bordighera)
non ha tremato nemmeno di fronte all’ultimo ostacolo
della sua settimana perfetta, quel Roberto Marcora che
a 29 anni stava ancora cercando il primo centro nella categoria. È finita 6-3 6-1 in 71 minuti non bellissimi, ma
densi di significato. E sublimati da alcune giocate che
resteranno a lungo negli occhi dei 2.500 spettatori che
hanno riempito le tribune del Pala Agnelli come mai era
accaduto prima. Sinner aveva cominciato la sua avven-
tura con quella che pareva una vittoria già sufficiente
a farlo andare a casa contento, contro l’emergente austriaco Lucas Miedler, fino a poco tempo fa nello stesso team di Gianluigi Quinzi. Ma a tornare a casa, Sinner,
non ci pensava proprio. Così ha resistito alla regolarità
tenace di Salvatore Caruso, dominandolo al terzo; ha
resistito pure alle bordate di Viktor Galovic, il croato
di Milano che a Bergamo fu semifinalista sei anni prima; e ha lasciato cinque game a Quinzi nei quarti, così
come al francese Lamasine in semifinale. Un crescendo
rossiniano che ha portato il pubblico a dedicargli una
standing ovation. In una settimana, Sinner ha guadagnato 222 posti nel ranking mondiale, ma quando si
parla di obiettivi non appaiono nemmeno i primi 100,
quel traguardo che è nei sogni (spesso irrisolti) di molti.
Lui, che poi i top 100 se li sarebbe guadagnati entro fine
Jannik Sinner ha vinto - anzi dominato a Bergamo a soli 17 anni, impressionando pubblico e
avversari. L’Italia ha trovato la star che cercava
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