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Annuario Tennis Bergamasco 2021
Sports annuariotennisbg 2.5K 30th Mar, 2021
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COMMUNICATION
STRATEGIES
Per noi la comunicazione e‘ come una partita a scacchi. Ogni mossa puo‘ essere fondamentale e decisiva.
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SOMMARIO
EDITORIALE - 4-5
EVENTI
CIRCOLI, COACH, GIOCATORI
6 - Roland Garros Juniores
8 - Challenger Bergamo
10 - Open e seconda cat.
11 - Terza categoria
12 - Quarta categoria
13 - Under, Over, Provinciali
14 - Tennis e solidarietà
15 - Coppa del Comitato
16 - Serie A2, Serie C
17 - Serie D, altri campionati
18 - Padel
24 - Tennis Academy Brusaporto
26 - Tennis Project Osio
28 - Tc Isola Bonate Sopra
30 - Tennis Altopiano
32 - Fabiani Tennischool
34 - Tc Città dei Mille
36 - Albani Tennis Project
38 - Gs Tennis Brembate
39 - Tc Romano di Lombardia
40 - Tc Treviglio
41 - Tc Trezzo sull’Adda
42 - Tc Bagnatica
43 - Tc Leffe
44 - Tc San Pellegrino
45 - Poeta Paccati coach
46 - Tc Curno
47 - Us Scanzorosciate
48 - Centro Sportivo Ruggeri
49 - Tc Bergamo
50 - Tc Parre
51 - Tennistime Urgnano
52 - Bite Tennis
53 - Tc Zanica
PAGINE UTILI
54 - Elenco circoli
55 - Classifiche 2021
58 - Calendario 2021
COVER N.15
L
isa Pigato non è nuova alle copertine, nemmeno a quella dell’Annuario. Quando apparve per la prima volta sulla nostra cover aveva solo 13 anni. Era l’edizione del 2017,
e Lisa stava già recitando da protagonista nei campionati nazionali. Oggi la ritroviamo
campionessa del Roland Garros, nel doppio Juniores. Un’impresa - quella di vincere un
torneo del Grande Slam - mai riuscita in precedenza a nessun giocatore bergamasco. Ci
era riuscito, sempre in doppio ma nel torneo maschile dei pro, solo un orobico d’adozione,
Simone Bolelli, in coppia con Fabio Fognini negli Australian Open del 2015. Ma quello di
Lisa lo sentiamo come un successo decisamente più nostro, decisamente più vicino. Proprio nell’anno più difficile, quello che ha messo tutti alla prova, abbiamo ricevuto da Parigi una splendida cartolina, un messaggio di speranza. L’augurio per noi è che sia stato
l’inizio della ripartenza. L’augurio per Lisa è che, fra qualche anno, se ne possa persino
dimenticare: significherebbe aver vinto qualcosa di meglio - o di analogo - fra le pro.
ANNUARIO DEL
TENNIS BERGAMASCO
Numero unico: 1 - 2021. Direzione: Cristian Sonzogni
Testi: Cristian Sonzogni, Marco Caldara, circoli
Fotografie: archivio circoli, Antonio Milesi, San Marco, Ray Giubilo, GAME
Progetto grafico e impaginazione: Cristian Sonzogni, Marco Caldara
Stampa: Pixartprinting - Via I° Maggio, 8 - 30020 - Quarto d’Altino (VE)
Redazione: via Maresana, n. 23 - 24010 - Ponteranica (BG)
e-mail: annuariotennisbg@gmail.com - web: www.tennisbg.tv
Si ringraziano: tutti gli INSERZIONISTI, tutti i CIRCOLI che hanno aderito,
GIANLUIGI TERZI (delegato provinciale della FIT di Bergamo)
3
EDITORIALE 2021
NON DIMENTICHEREMO
C
ome si fa a raccontare un anno così? Ci si mette davanti alla pagina bianca per cominciare a scrivere qualcosa che
abbia un senso, un significato, e in quel momento tutti i ricordi, tutti i dolori che ci hanno attraversato negli ultimi
dodici mesi riaffiorano come se le ferite non si fossero mai davvero rimarginate. Come se quel tempo di sofferenza
non fosse mai passato. E in effetti, forse, è davvero così. L’incubo pandemia, che ha stravolto le nostre vite a partire da
domenica 23 febbraio 2020, è ancora presente fuori e dentro di noi. Nonostante i vaccini, nonostante le speranze di
lasciarsi tutto alle spalle e nonostante la voglia di ricominciare le nostre vite rimaste sospese. No, raccontare un anno
così, proprio non si può. Si cadrebbe nella banalità, nell’essere ripetitivi, ridondanti di fronte a un dolore che non
necessita altre parole per essere descritto. Bastano le foto, anzi basta una foto. Quella che abbiamo voluto mettere
in questa pagina e che probabilmente finirà sui libri di storia fra qualche tempo. Quella che ritrae i camion militari
incolonnati per accompagnare i nostri defunti in altre città. Ché qui non c’era più spazio nemmeno per quel profondo
dolore.
S
ullo sfondo di quell’immagine - siamo in via Borgo Palazzo - si vede un luogo che è tanto caro agli amanti del
tennis, a Bergamo e non solo. Un luogo che negli ultimi vent’anni ha fatto da casa, da porto sicuro, per amatori e
agonisti. Si chiamava Mauro Sport, un tempo, poi divenne Ms Lab, oggi è Tennis-Point. Ma l’anima è sempre la stessa,
e gliel’ha data una famiglia che oggi piange Enrico, il fondatore, marito di Mina e padre di Marco e Matteo. Enrico
Barcella se n’è andato in quei giorni maledetti di marzo, quando il nostro mondo stava crollando su se stesso e quando sembrava che ogni giorno dovesse arrivare qualche brutta notizia, qualche telefonata a raccontare che quella
tal persona - amico, familiare, collega - non ce l’aveva fatta. Di Enrico e di quello che ha rappresentato per il tennis
bergamasco vi raccontiamo a parte. Ma insieme a lui, altri attori più o meno noti, ma sempre importanti, della nostra
scena tennistica ci sono stati portati via da questo maledetto virus. In tante pagine dei circoli, trovate riferimenti alla
pandemia e a quello che per le vite sociali ha significato. Un impatto devastante in termini non solo economici, ma in
termini di qualcosa che non si può contare: vite, persone, passioni.
L’immagine simbolo
della tragedia e del dolore
di Bergamo, i camion
militari incolonnati,
costretti a trasportare le
bare dei defunti fuori città
F
are i conti con tutto questo è stato doveroso, a un certo punto. E abbiamo visto quanto s’è perso, in questo 2020
che non dimenticheremo. Si è persa finanche la possibilità di fare ciò che amavamo di più: senza la libertà di
muoverci, è venuta meno anche la libertà di fare sport e coltivare la passione per il tennis, comunque fosse declinata.
Abbiamo cercato di metabolizzare e ci siamo dovuti adeguare. E poi abbiamo dovuto e voluto ricominciare. Con un
movimento intero che ha ripreso a singhiozzo, un po’ con le ossa rotte, ma comunque desideroso di ritrovarsi in campo, di rimettersi a fare due palleggi sentendo di nuovo quelle sensazioni, quel profumo delle palline appena aperte,
del grip, della terra che ti vola negli occhi e che ti fa i calzini tutti rossi. Abbiamo ricominciato perché è nella nostra
natura. Perché le passioni così grandi, quando vengono represse per tanto tempo, tendono a diventare ancora più
importanti. Il 2021 è il primo anno di ricostruzione, e anche il tennis non farà eccezione. Bergamo, che ha sofferto
così tanto negli ultimi dodici mesi, ha tutti i mezzi per ripartire e recuperare il terreno perduto. Abbiamo soprattutto
i circoli, linfa necessaria, che hanno cercato in ogni modo di tenere duro. Per inciso, mai come quest’anno li abbiamo
sentiti così vicini, i club, nella costruzione di questo Annuario, e per questo vorremmo ringraziarli uno ad uno, perché
senza l’impegno e la determinazione di tutti loro questa edizione numero 15 così travagliata e complessa non avrebbe mai potuto vedere la luce. Poi abbiamo i giocatori. Abbiamo migliaia di under, di over, di uomini e donne, di ennecì
e di seconda categoria. Quando tutti potremo tornare, lo faremo con un’altra consapevolezza. Non dimenticheremo
quello che è accaduto, non dimenticheremo chi non è più con noi. Ma, anche per questo, saremo ancora più forti.
4
CIAO ENRICO
E
ra il 2007, inizio anno. Era appena uscita la prima edizione dell’Annuario, un tentativo di riassumere in un’unica
pubblicazione una stagione di tennis in città e in provincia. Ricevetti una telefonata, piuttosto contrariata, da
parte di Enrico Barcella. Non gli era piaciuto il fatto che su quella prima edizione, ‘Mauro Sport’ non fosse presente
nemmeno con una pubblicità. E - come era nel suo stile schietto, molto bergamasco - me lo disse apertamente.
Gli spiegai che non era un’assenza voluta. Il fatto è che quella edizione nacque in maniera molto timida e sostanzialmente non dissi nulla a nessuno (circoli a parte): non volevo disturbare troppo, pensando poi a cosa sarebbe
accaduto se le cose non fossero andate come ci si augurava. Volevo prima testare il prodotto, poi eventualmente
offrirlo sul mercato. Ci chiarimmo rapidamente, con un anno di anticipo si prenotò per l’edizione successiva e così
dalla seconda in avanti, Mauro Sport e poi Ms Lab, oggi Tennis Point Italia, sono sempre stati partner fondamentali
della pubblicazione.
Q
uella telefonata me la ricordo come se fosse ieri, perché a
suo modo fu un insegnamento, una lezione gratuita: mai
aver paura di chiedere, mai aver paura di proporre qualcosa per
timore che non vada come si vorrebbe. Capii anche, allora, perché quel luogo era così amato da chi lo frequentava, perché era
diventato una sicurezza. Sapevi che entrando avresti trovato da
una parte il calore e la competenza, dall’altra la sincerità di chi ti
dice pane al pane e vino al vino. In sostanza, un luogo che ben
rappresenta il nostro essere bergamaschi. Oggi, Matteo, Marco
e Mina proseguono nella strada che il loro Enrico aveva aperto.
Lo fanno con un altro nome addosso, ma con la medesima serietà e con il desiderio evidente di non fermarsi mai. La loro forza in un momento come questo è anche la nostra. Quella forza
che ci fa guardare al futuro, nonostante tutto. Il futuro che Enrico, sostenendo tutto il movimento bergamasco e in particolare
il circuito giovanile che portava il nome del negozio, aveva preparato da una ventina d’anni. (Cristian Sonzogni)
5
ROLAND GARROS UNDER 18
PARIGI, UNA BUONA IDEA
I
n un anno così drammatico, è arrivato un raggio di luce fuori tempo, fuori stagione. Sì perché Lisa Pigato, al Roland
Garros dei giovani, non doveva nemmeno andarci. E a dirla tutta, fino all’ultimo, si è temuto persino che gli organizzatori dello Slam parigino potessero decidere di tagliare il torneo Under 18, evitando ulteriori problemi in mezzo a
una pandemia che già li aveva costretti - per la prima volta nella loro storia - a cambiare data, passando da fine maggio a fine settembre, dalla primavera all’autunno. Invece la prova Juniores, contrariamente a quanto era accaduto a
New York, è stata mantenuta in calendario. Ma la 17enne figlia d’arte, in teoria, non ci sarebbe comunque dovuta andare, perché era rimasta fuori di diversi posti dal main draw di singolare e perché in doppio non aveva nemmeno una
compagna. Il team, infatti, si è formato proprio al Bois de Boulogne: la teen-ager bergamasca e la barlettana Eleonora
Alvisi hanno deciso di cercare il riscatto attraverso il doppio, in cerca di rivincite per la mancata presenza nel singolare.
E alla fine hanno compiuto un’impresa che mancava al tennis italiano da ben 21 anni, da quando sempre sotto la Tour
Eiffel si imposero Roberta Vinci e Flavia Pennetta, non proprio due giocatrici qualunque.
M
an mano che i giorni passavano, che i turni venivano superati con autorevolezza, questa coppia azzurra così improvvisata eppure così ben assortita costruiva mattone su mattone un’impresa dal sapore di giustizia. Una luce,
appunto, nel periodo più buio per Bergamo dal Dopoguerra. Lisa ha mostrato lungo la settimana un tennis sempre
più convincente, sempre più sicuro, sempre più pronto a sbarcare su palcoscenici importanti, quelli del Tour Wta.
Ma in realtà ha fatto di più. Nell’anno in cui tanti nostri circoli hanno sofferto come mai prima, a causa delle chiusure
forzate imposte dai vari decreti governativi, ha fatto dimenticare per qualche giorno il clima pesante che stavamo
vivendo. E di questo dovremo ringraziarla, tutti, a lungo. Le vittorie su Eala/Kalieva (7-5 2-6 10/7), Droguet/Janicijevic
(5-7 7-6 10/4), Hasegawa/Matsuda (6-4 6-0), Bartone/Selekhmeteva (6-3 2-6 10/7) e infine su Bondarenko/Shnaider
(7-6 6-4) hanno regalato al tennis bergamasco la prima gioia Slam della sua storia. Mai, in precedenza, un giocatore
o una giocatrice di casa nostra aveva alzato il trofeo di un Major. E questa prima volta giunta proprio nell’anno 2020,
mentre Bergamo era sotto gli occhi del mondo per via dei suoi morti, non la scorderemo mai. Davvero mai.
Lisa Pigato posa insieme
al suo coach Giacomo
Oradini, davanti al logo
del Roland Garros,
dentro alla struttura parigina che ha visto il suo
primo trionfo Slam,
nel doppio Under 18.
Essendo nata nel 2003,
Lisa potrà giocare i
Major tra le Juniores
anche nel 2021
(Foto Ray Giubilo)
N
elle parole di Lisa, dopo il suo trionfo, c’era gioia composta, soddisfazione ma quanto basta. “Quando ho incontrato Francesca Schiavone nel suo locale, dopo il successo - ha spiegato la bergamasca -, lei mi ha subito detto di
restare coi piedi per terra. Diciamo che era contenta per me, ma mi ha fatto capire che non avevo ancora fatto nulla.
Che adesso, in fondo, comincia il difficile”. Ecco, è esattamente così: l’impresa più bella del tennis orobico va festeggiata e messa nel cassetto. Va presa come un punto di partenza per una carriera tutta da costruire, nella quale Lisa
potrà probabilmente togliersi delle soddisfazioni importanti. Quanto importanti, lo capiremo, e non è il caso di mettersi a parlare di numeri o di obiettivi. Restare nel presente, in questi tempi così complessi, è un esercizio difficile ma
obbligato, ancora di più se si parla di sport di alto livello. Di certezze non ce ne sono, se non quella che la più piccola
della famiglia Pigato ha attorno tutto quello che serve per fare il grande salto nel tennis che conta. Ha un team che la
segue costantemente e che cura tutte le sue esigenze, ha una famiglia che sa sostenerla senza metterle pressione, ha
un talento - nel braccio e nella testa - che può portarla lontano. Nel frattempo, noi tifiamo per lei. Come fanno tutti gli
appassionati un po’ da ogni parte d’Italia. Perché a sentire i giornali, Lisa in realtà è tanto bergamasca quanto sanremese, milanese, vicentina o persino di Casale Monferrato, a seconda che si prenda in considerazione la città dove ha
vissuto da bambina, quella dove vive ora, quella di papà Ugo o quella in cui gioca il campionato di serie A. Un sintomo
che in molti hanno capito quanto vale, un modo divertente per dire che avrà addosso - a lungo - gli occhi di tutti.
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Description
L'edizione numero 15 dell'Annuario che racconta una stagione di tennis a Bergamo e provincia.
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Tennis
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